Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti
in S. Giustino - Chieti




I Trofei della Passione

I Trofei (qui raffigurati nei disegni preparatori originali) che sfilano portati a spalla dagli aggregati dell'Arciconfraternita e preceduti dalle varie confraternite cittadine che tradizionalmente partecipano alla processione, sono:







- l'Angelo, che ha confortato Cristo nel Getsemani.











- le Lance, con le lanterne e il sacchetto dei trenta denari, ricordano l'arresto di Gesù nel Getsemani.












- il Gallo del tradimento di Pietro, ritto sulla colonna della flagellazione con la mano che ha percosso il Cristo.







- il Sasso ricorda il trono di beffa sul quale è stato fatto sedere il Cristo coronato di spine e recante uno scettro di canna; il trofeo porta anche la tunica porpora fatta indossare a Gesù e la brocca del lavanda delle mani di Pilato. Brocca e catino d'argento sono di proprietà della famiglia Obletter e furono utilizzati per battezzare P. Gabriele Obletter, proclamato Servo di Dio e per il quale è in corso la causa di beatificazione.






- il Volto Santo, che rappresenta la leggenda della Veronica.
Il velo riproduce le sembianze del Volto Santo di Manoppello.












- la Scala, con gli strumenti della crocifissione.












- la Croce, rude e pesantissima, reca ai suoi piedi il serpente del peccato originale ed il cranio (che pare sia quello di un giustiziato) rappresentante Adamo, la cui colpa è stata vinta dal sacrificio di Cristo.





L'autore

Raffaele Del Ponte, ideatore dei Trofei, nato a Chieti nel 1813, fu pittore, scultore, scenografo e docente.
Formatosi a Napoli presso la scuola di Antonio Nicolini, rinomato scenografo del teatro S. Carlo di Napoli, ha lasciato diverse opere in chiese e palazzi nobiliari della città e della provincia.
Si deve a lui, ad esempio, l'affresco della volta della chiesa di S. Chiara in Chieti raffigurante l'assunzione della Vergine; le sue opere e il suo stile pittorico furono lodate persino dal noto critico d'arte Giovanni B. Cavalcaselle.
Nel 1855 il Governatore dell'Arciconfraternita Giulio Valignani, gli commissionò la realizzazione di gruppi scultorei che rappresentassero la Passione di Cristo e che avrebbero dovuto precedere, nella processione del Venerdì Santo, i simulacri del Cristo Morto e della Vergine Addolorata.
L'artista creò sette Trofei che con struggente realismo segnano i momenti cruciali della Via Dolorosa, rappresentando, come era nella tradizione medievale, una sorta di Vangelo degli illetterati.
L'ispirazione gli fu favorita anche dai decori in stucco dorato della cappella arciconfraternale e dai ricami della preziosissima coltre su cui è deposto il Cristo Morto. Morì a Chieti, città che non aveva saputo apprezzare il suo valore artistico, nel 1872.



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