Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti in S. Giustino - Chieti |



Miserere
Il Miserere è il cinquantunesimo salmo biblico, tradizionalmente attribuito a Davide,
re di Israele sempre raffigurato con la cetra. Esso è il canto del dolore, della richiesta di misericordia
a Dio dell'uomo fragile. È la più commovente delle
suppliche composta da Davide in esilio, o secondo alcuni dopo che il re ebbe peccato con Betsabea.
Nel salmo si implora la remissione del peccato, si confessa la propria colpa e si impetra
la grazia rinnovatrice per mezzo della purificazione.
Sicuramente nei tempi passati esso veniva recitato da tutti i fedeli secondo una cadenza
spontanea, popolare, come ritroviamo abbastanza intatta nelle Passioni cantate nelle nostre
contrade. Essa è la nobilitazione di quell'effusione naturale, le laude, caratteristiche
dell'Italia centrale medievale il cui massimo rappresentante resta Jacopone da Todi.
Nella seconda metà del '700 i versetti del salmo vennero rivestiti di musica dal maestro
di cappella della cattedrale, Saverio Selecchy, compositore di musica sacra, oratori, cantate, arie da eseguirsi in occasione
delle festività liturgiche. Ma la gloria gli deriva dal celeberrimo Miserere
che è un autentico pezzo forte della Sacra Rappresentazione, quasi colonna
sonora ininterrotta che accompagna la drammatizzazione dall'inizio alla fine,
generando negli astanti la più profonda commozione.
Le sue note preannunciano da lontano il sacro evento, e a mano a mano che il
corteo avanza per i suggestivi vicoli della cittą vecchia, il canto potente dei coristi,
sostenuti da centinaia di musicisti, fa fremere ogni cuore, trasformando gli spettatori
passivi in attori protagonisti del dramma.
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